lunedì 13 ottobre 2008

Sms e mail per Napolitano: «Non firmare la Gelmini»


Un sms sta ingorgando le messaggerie dei telefonini. Un messaggino che rimbalza dall'Adriatico al Tirreno e dalle Alpi alla Sila, fin oltre lo Stretto. Viaggia su ponti radio e rimbalza anche su Internet, sui siti dei giornali, sui forum di discussione e sugli aggregatori di notizie delle piattaforme blog. Ma più spesso ti arriva sul telefonino mandato da un amico caro che magari non vedi da tempo ma di cui hai ancora il nome in rubrica.

Ciò che arriva è però un testo predefinito: l'invito a mandare una mail al sito del Quirinale. Insomma, l'amico ti chiede di sederti al computer di casa o dell'ufficio e rivolgere un appello direttamente al Capo dello Stato Giorgio Napolitano perché non firmi il decreto Gelmini. «Se arrivano almeno 20mila mail si può bloccare tutto, manda questo sms a più persone possibili», si legge alla fine.

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3 commenti:

Ice ha detto...

Napolitano ha risposto a questa iniziativa al telegiornale...dicendo che non può non firmare questa legge se gli verrà presentata (anche se è anticostituzionale, vedi articolo 3 e 33 della Costituzione Italiana, ndr).

Comunque ha fatto presente al governo l'ingente numero di richieste di non firmare che gli sono pervenute. Quindi io suggerisco di continuare lo stesso a inondarlo di mail, almeno servirà ad avere un po' di attenzione dei media attraverso la figura del presidente della repubblica.

Anonimo ha detto...

Egregio
signor Napolitano...noi studenti la invitiamo a non firmare il decreto insaturato dalla Gelmini...lo faccia per il bene dell'istruzione...la prego...lo faccia x noi studenti...x i nostri figli...Non metta la firma!!

Anonimo ha detto...

Sig. Presidente della Repubblica, grazie per le parole di ferma aderenza del suo ruolo alla Costituzione della Repubblica. Lei dimostra ogni giorno di svolgere con imparzialità assoluta il suo ruolo e di questo tutti gli Italiani Le riconoscono il merito.
Le leggi le fà il parlamento, non le piazze disinformate, non i facinorosi, non i reduci da ideologie sepolte dalla storia, non ragazzi influenzati da cattivi maestri.