mercoledì 22 ottobre 2008

Lettera ai giornali - Alfredo

Vi scrivo cercando di dare i punti cardine intorno ai quali si muove la
protesta studentesca e dei docenti che investe l'Empolese Valdelsa come
il resto d'Italia in questi giorni, anche alla luce delle dichiarazioni
di Silvio Berlusconi che invece di cercare il dialogo richiesto auspica
l'intervento delle forze armate contro gli studenti. Un protesta
pacifica nata per la mancanza di discussione col governo che a colpi di
fiducia e decreti legge modifica radicalmente il nostro paese sarà
quindi bloccata in modo irresponsabile con la forza, lasciando aperti i
problemi sollevati in questi giorni, che così non verranno sottoposti a
nuova analisi. È triste constatare che di fronte ad una richiesta di
partecipazione dei più giovani, a prescindere dallo schieramento
politico, alla vita dello stato si risponda con programmi portati avanti
unilateralmente.
Ci siamo mobilitati contro i tagli messi in atto dal governo nei confronti della
scuola pubblica, contro la legge 133 del 6 agosto 2008, e contro il decreto 137
del 1 settembre 2008. Rimando a altri luoghi una più attenta valutazione
politica dei provvedimenti, per ovvi motivi.
I tagli al sistema dell'istruzione pubblica sono purtroppo una cosa normale in
Italia, ma fare tagli così pesanti e dare la possibilità alle università
di convertirsi in fondazioni di diritto privato per cercare fondi (Legge
133, Art. 16, comma 1) è un chiaro segno di abbandono da parte dello
stato che di fatto regala tutti gli immobili, i mobili e quanto altro ci sia in
un ateneo ai privati, che ne gestiranno totalmente attività e bilanci
attraverso un consiglio di amministrazione (Legge 133, Art. 16, comma
2,3). Altrettanto di fatto viene poi annullata la libertà di ricerca che potrà
essere
sfruttata per lucrare sulle nuove scoperte di proprietà delle suddette
fondazioni.
Questa la parte più dura dei cambiamenti respinti dagli studenti, ma c'è
altro:
vi invito a prendere contatto con studenti e ricercatori universitari
che saranno colpiti dal blocco del turn over (Legge 133, Art. 66).
Inoltre con altri decreti in tutti i livelli del sistema Istruzione
verranno tagliati posti di lavoro non inutili,ma necessari e si va dalla
maestra elementare che deve gestire una classe di 30 bambini da sola, al
ricercatore universitario che aiuta a mandare avanti i corsi dell'ateneo
o il tecnico specializzato del laboratorio di chimica di una scuola
superiore.
La discussione infatti non finisce e prosegue con l'analisi della 137
che porta altri problemi. I problemi veri non si chiamano voto in
condotta, non c'entrano col grembiule, ma sono molto più gravi come la
riduzione delle ore di lezione in tutte le scuole. Questa riduzione di
ore, oltre a svantaggi e difficoltà legate al tempo di permanenza dei
ragazzi all'interno degli istituti, unita ad una scarsità di fondi e di
docenti porterà ad eliminare dai programmi le attività di laboratorio e
prove pratiche che caratterizzano la differenziazione delle scuola:
licei, istituti tecnici, professionali...
Questi sono solo alcuni dei punti sui quali è aperta la discussione,
difficile per una persona studiarli tutti, e per questo è importante
l'iniziativa comune di ragazzi e studenti sui vari temi.
Per quanto riguarda il futuro della protesta le occupazioni a Empoli
stanno per finire e alcune leggi sembrano non poter essere bloccate, ma
questo non fermerà il dibattito. La protesta cambierà faccia studiando
nuovi metodi per il confronto delle idee e nuove iniziative per
mantenere alta l'attenzione di chi ha seguito il movimento fin dalla sua
(ri-)nascita. Coscienti che non basti un “No!”, metteremo al primo posto
l'analisi dei problemi della scuola italiana e le possibili soluzioni.
L'obiettivo è diventare un movimento responsabile capace di fornire
proposte concrete per il futuro, infatti questo è solo l'inizio del
cambiamento che questo governo è intenzionato a portare al sistema
dell'istruzione e compito nostro è tenere gli occhi aperti quando
saranno presentati alle camere proposte di legge come quella depositata
da Aprea a maggio 2008 o quella del non ancora ministro Gelmini di
febbraio 2008.
Vi ringrazio.
Alfredo Di Maria, liceo scientifico “Pontormo”, Empoli
http://lascuolasimuove.blogspot.com

1 commento:

Ice ha detto...

Bela lettera, mi sembra importante il pezzo che invita a continuare a farsi sentire anche se le occupazioni finiscono. Cerchiamo di essere tanti a Roma il 30 (apparte gli scherzi su possibili scontri con la polizia...non lasciamo metterci paura, se siamo tanti e pacifici non succede nulla)...
Continuiamo a farci sentire..