lunedì 3 novembre 2008

Curzio Maltese su La repubblica

Caschi, passamontagna e bastoni - 31/10/08


di Curzio Maltese - da la Repubblica

E quando passa Cossiga un anziano docente urla: "Contento ora?" Un camion carico di spranghe e in piazza Navona è stato il caos. La rabbia di una prof: quelli picchiavano e gli agenti zitti. AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile.

Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.

Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.

Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.

Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto".

Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un' intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".

È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati".

Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.

A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".

venerdì 31 ottobre 2008

Video - Attacco neofascista

Manifestazione Roma 30/10/2008

Ieri alle 4.30 del mattino sono partiti ben 5 pulmann dalla Fabbrica della Sammontana verso Roma, dove era indetta una manifestazione da tutti i sindacati principali (CGIL, CISL, UIL) per far vedere che non siamo una "minoranza" come tentano di far credere a non volere i tagli che comporta questa riforma, a non volere il maestro unico, a non volere la privatizzazione delle università...Sappiamo tutti che ci sono cose che nel sistema della scuola pubblica non vanno, e questa riforma non ne risolve neanche una (ma ce ne sono tante altre che invece funzionano, che questa riforma va a penalizzare):
_La scuola è uno stipendificio?La Gelmini blocca le assunzioni, ma non licenzia nessuno
_In Italia meno dell' 1% del P.I.L. viene investito in ricerca contro uan media europea intorno al 3%, al 7% negli U.S.A. e addirittura 9% in Giappone? La soluzione è tagliare i Fondi alla ricerca
_Le università sono in mano ai "baroni" campioni di malagestione? Evitiamo con il blocco del turn over al 20% che giovani motivati e qualificati possano entrare a far parte di questa istituzione
_Le famiglie non arrivano alla terza settimana del mese? Rincariamo i costi dell'università (certo in modo indiretto)!

Ieri a Roma c'erano 1 milione di persone (senza nessun incidente, perchè i manifestanti sono come le B.R., vero Cossiga?), allo sciopero generale della scuola ha aderito l' 80% del personale...
ma siamo sicuri di essere una minoranza?

Speriamo che sia possibile un Referendum Abrogativo...non ci resta che questo come strumento!

mercoledì 29 ottobre 2008

Comitato Pontormo

I professori del liceo Pontormo hanno aperto un blog:

Il Blog è dedicato alla diffusione delle forme di protesta contro la riforma della scuola del Ministro Gelmini. Il Blog rimane a disposizione di tutti coloro che intendono esprimersi su tale tema.

http://comitatopontormo.blogspot.com/

lunedì 27 ottobre 2008

Empoli - Lezioni in Piazza dei loeni

Ecco le lezioni che si terranno domani, 28 ottobre, in Piazza Farinata degli Uberti, tenute, a partire dalle ore 16:00, dai professori delle scuole superiori di Empoli:

16:00 - Claudio Zardo: Noi siamo figli delle stelle

16:30 - Mauro Butti: Italo Calvino e Antonio Tabucchi

17:00 - Vincenzo Bonaccorsi: Galileo Galilei

17:30 - Alessandro Nesi: Shakespeare

27 ottobre, ore 22:00 - Webradio Radioradicchio


Stasera, alle ore 22:00, in diretta sulla webradio Radioradicchio, intervista agli studenti protagonisti della protesta che dilaga nell'Empolese Valdelsa e in tutta Italia
http://www.radioradicchio.it

Il programma andrà in replica martedì 28 ottobre alle 16:00

Fiaccolata - 27 ottobre, ore 21:00, Piazza Don Minzoni

Parte stasera alle ore 21.00 da piazza Don Minzoni di Empoli (dalla stazione)
, la fiaccolata contro i provvedimenti in materia di istruzione dei ministri Gelmini e Tremonti. Non mancare!